SAK YANT – LA GUIDA DEFINITIVA CON SIGNIFICATI

Sak Yant Tattoo: in questa guida scpriremo tutto su questi misteriori simboli.

Questa è la guida più completa che troverai sul web.

Premessa – Da dove nasce?

La storia del termine Sak Yant, è illuminante per quanto riguarda le sue origini.

Sak è un termine autoctono thailandese, la cui cultura è permeata in profondità dal Buddhismo, (praticato dalla quasi totalità della popolazione), e significa appunto letteralmente picchiettare la geometria o forma di un disegno; Yant viene dal sanscrito Yantra, che è un elemento simbolico centrale del Tantrismo, corrente religiosa filosofica che ha influenzato sia le religioni indiane che il Buddhismo stesso. Il sincretismo, quasi l’incorporazione una nell’altra delle due religioni ha fatto da base e ispirazione allo sviluppo del Sak Yant. Il Buddhismo in particolare quello Theravada, mise radici nell’area del sud est asiatico già 2500 anni fa. È una tradizione fedele esplicitamente agli antichi, originali e veritieri insegnamenti di Gautama Siddhārta, il Buddha storico, riuniti nel codice buddhista redatto in lingua pali, la lingua induista, e non in sanscrito come le successive interpretazioni: quindi il vero credo non contaminato da successive elaborazioni e commenti. Aldilà di importanti differenze dottrinarie che qui non è il caso di sottolineare, è bene soffermarsi su una di queste, molto interessante nello sviluppo del Sak Yant. Ebbene, solo ad una vita e ad una condotta monacale, di totale rinuncia al mondo, sarebbe consentito di eliminare la sofferenza e giungere al nirvana, la liberazione dalle illusioni mentali, attraverso una serie di pratiche meditative che il normale praticante non è in grado di porre in essere. Alla purezza ortodossa di questa tradizione si affianca uno dei pilastri del Tantrismo ovvero lo Yantra, il quale è una serie di rappresentazioni simboliche visive, disegni geometricamente anche molto ricchi, diagrammi che attentamente osservati aiutano il meditante nel fissare lo spirito sui simboli dell’energia divina; così, oltre alla contestuale recitazione dei mantra finisce per identificarsi con essa. il Tantrismo si pone come una forma di conoscenza per cui l’iniziato o il praticante si cala in profondità dentro di sé con tutte le risorse del corpo e della mente che sono tutte strumento di salvezza. Ecco perché si unisce alla disciplina mentale dello yoga la dottrina fisica del godimento, (bhoga), cosicchè l’uso ben noto della simbologia sessuale tantrica mira al principio di unione universale degli opposti: un rituale sacro di coppie divine. I contenuti e lo spirito tantrico sono deposti nei tantra, ovvero i testi sacri che furono redatti nel VI secolo d.C., ma in realtà ben più antichi. Rivolti a tutti senza distinzione di casta o di sesso (che nell’India di allora erano immodificabili) trattano di origine dell’universo e della creazione, di composizione e valore liturgico degli inni, di metafisica, di arti magiche, di tecniche rituali, di meditazione.

Il Tantrismo in generale ha attirato una miriade di studi e interpretazioni specie da parte occidentale, e va anche detto che la sua dualità tra spirito e materia (quindi corpo), microcosmo e macrocosmo, ha spesso cozzato contro le religioni asiatiche che si indirizzano perlopiù verso la non dualità, la fusione del sé personale con il grande Sé universale come nell’antichissima tradizione vedica indiana.

Il Sak Yant – La Storia

Ecco quindi che il Sak Jant, anche chiamato Tantric Theravada, ha dato espressione ed è divenuto veicolo di comunicazione del “buddhismo mistico thailandese”, in quanto immette pratiche e riti misterici nelle forme di crescita personale di impronta buddhista. Su queste premesse storico- culturali possiamo dire che quando parliamo di Sak Yant ci riferiamo a una tradizione di tattoo vecchia di oltre duemila anni, chiamata così solo nel 1600 durante il regno di Ayuttaya, e di una commistione di molte cose fuse insieme: mistero, simbolismo numerico e di segni, mantra e linguaggio sacro, misticismo, culto di Deva, Buddha e spiriti, tradizione, cultura, arte, comunicazione e storia. Non a caso i monaci furono non solo i primi a tatuarsi ma anche gli unici a poterlo fare fino ai tempi recenti. Un corpo tatuato è metaforicamente come un’antica tavoletta di legno in cui sono incise preghiere ed esortazioni rivolte agli dei. Si usa il corpo alla maniera tantrica proprio come strumento di veicolazione di questi messaggi (eminentemente buddhisti ma non solo) e perciò dietro a questi misteriosi tatuaggi che coprono buona parte del corpo si celano leggende, storie, superstizioni, o preghiere che consacrano i simboli cari alla tradizione thailandese locale. Questi simboli che per conferire loro maggior sacralità si dovrebbero ricevere solo nei templi e da monaci esperti, secondo la tradizione assicurano benefici mentali e fisici alla persona, e comunque devono essere accompagnati da una rettitudine nella condotta di vita tipica buddhista senza la quale vanificano ogni loro effetto. Vengono spesso chiamati anche tatuaggi Khmer dal nome di una dinastia e di una popolazione proveniente dall’Indocina, che regnò nel paese per oltre cinque secoli dopo il 1000 d.C..  La tradizione di quel popolo, quasi paragonabile allo spirito spartano, insiste sui temi del coraggio, dello sprezzo del pericolo, dell’onore, che ogni guerriero khmer, istruito dallo sciamano locale, aveva tatuato sulla pelle ma soprattutto nel cuore.

La crescita personale legata al tatuaggio

La crescita personale passa non solo tramite l’interpretazione buddhista su un piano intellettuale finalizzato al governo della mente attraverso la meditazione, ma anche più materialmente, più tantricamente potremmo dire, nel proteggersi dagli elementi esterni e/o dal loro controllo per una buona e lunga vita. È la risposta alla domanda universale: “perché si soffre?” la chiave delle quattro nobili verità enunciate dal Buddha. Domanda che ha origine nella mente e nella mente trova la risposta secondo il Buddhismo. La sofferenza è il frutto delle azioni che si compiono (karma) e dei tre veleni che offuscano la mente, l’avversione, l’attaccamento e il desiderio, che costringono la persona in uno stato di ignoranza. A essi si risponde con una condotta di vita radicalmente retta, secondo l’ottuplice sentiero indicato dal Buddha stesso, a cui il Tantrismo dà manforte con i suoi riti e il mistero che da sempre affascina e trascina l’uomo.

Il significato dei sak yant – Introduzione ai Significati

Un tatuaggio thai svolge in primis due funzioni essenziali a vantaggio della persona sul piano più psicofisico, che sono di protezione e di attrazione. Ci si protegge da individui e luoghi che possono essere negativi, si avviano processi di guarigione dal dolore fisico, da quello spirituale ben più profondo, ci si fa scudo da pericoli provenienti da armi di ogni genere e così via. Ciò che conta è allontanare l’energia negativa che gli elementi esterni ci indirizzano. Agendo anche al contrario, il tatuaggio Sak Yant attrae verso di sé, portando amore, salute, benessere, prosperità in genere, anche materiale come la ricchezza; non di rado alcuni simboli vengono impreziositi per essere più efficaci con riti dedicati alla persona da attrarre. È subito evidente la diversità culturale, come contenuti e prospettiva, tra i tatuaggi occidentali e il Sak Yant asiatico. Ogni tattoo per essere tale deve essere consacrato, quasi sempre con una foglia d’oro tatuata come avviene abitualmente in Thailandia, in quanto spesso ci si veste letteralmente degli insegnamenti del Buddha. Sempre in tema di sacralità dei valori la maggior parte dei simboli Sak Yant onora il rispetto che è una colonna portante della cultura thailandese. Un valore condiviso in tutta l’Asia specie per l’influenza del Confucianesimo che annetteva importanza fondamentale alla pietà filiale e al rispetto gerarchico anzitutto verso i genitori e poi ai superiori in genere. Vi erano nel Sak Yant anche significati pratici essenziali come il farsi riconoscere in battaglia, stabilendo nell’identità dei tatuaggi chi fosse amico o nemico.

L’indelebilità

Questo concetto è fondamentale nella tradizione thailandese del Sak Jant e gli conferisce quell’aura di sacralità così profonda non riscontrabile in altre culture. Nel momento in cui ci si sottopone ad un trattamento anche doloroso si dovrebbe consapevolmente accettare di legarsi per sempre ai significati che ci si tatua sul proprio corpo, che si esprimono esteriormente ma soprattutto interiormente. Da un punto di vista psicologico è importante sottolineare questa sorta di patto con sé stessi, per cui l’indelebilità del segno su di sé vuole da un lato rafforzare l’adesione a valori e principi etici e morali scelti, e dall’altro rappresentare un monito per cui non ci si dovrebbe mai allontanare da essi.

La sacralità del rito

Solo un vero maestro Sak Yant che crede nella sua forza può tatuare, altrimenti non gli è permesso. Lo stesso vale per chi si tatua che potrebbe farlo solo se crede nella forza di questi tattoo thai. I veri maestri di questa tecnica sono molto gelosi del loro lavoro, e gli unici che possono imparare in silenzio e rispetto sono gli apprendisti, che una volta impadronitisi di questa tecnica sacra ne faranno il loro stile di vita.  Un aspetto non secondario riguarda le aree del corpo, per cui non è possibile tatuare un simbolo sotto la vita, in quanto non dignitoso: non essendo adeguato risulterebbe quindi privo di benefici per la persona.

Lo stile

Lo stile del tatuaggio è puro e definito, mira all’essenziale e non all’esibizionismo. La sobrietà fa si che non ci sono colori, bensì esclusivamente il nero: il messaggio infatti per eccellenza è nero su bianco! Un aspetto che lo contrappone nettamente al tattoo inteso all’occidentale, dove si privilegia spesso l’apparenza, la bellezza estetica, la perfezione artistica rispetto al messaggio che si cela dietro. È un aspetto dell’eterna diatriba, spesso comunque banalizzata ed estremizzata, tra interiorità orientale ed esteriorità occidentale. Tant’è che addirittura il tattoo thailandese potrà essere fatto anche senza inchiostro, non sarà visibile ma farà ugualmente il suo lavoro di protezione o attrazione. Le linee sono nette e le sfumature sono quasi assenti, le geometrie si ripetono e mixate sapientemente tra loro formano un’armonia di simboli intrecciati. Per quanto riguarda i soggetti come detto, oltre alle forme geometriche e agli scritti quali mantra o esortazioni, o preghiere prese da frammenti di sutra, si aggiungono simboli e animali della cultura buddhista, specie attingendo alla ricca tradizione tibetana, la quale assegna importanti significati, positivi o negativi, ad ogni simbolo e animale.

La tecnica usata

La tecnica per creare un vero sak yant tattoo è lunga e appunto dolorosa. Infatti tempo e dolore sono aspetti prioritari della sacralità del rito di tatuare. Il colore viene picchiettato attraverso un bastoncino di bamboo, che in alcuni casi può essere un’asta di metallo, e sull’estremità del bastoncino si trovano gli aghi imbevuti d’inchiostro. Questa tecnica rituale non rispetta gli standard igienici moderni e questo ha fatto si che molti studi contemporanei in ogni parte del mondo si siano messi a praticarlo, dimenticando l’intero background culturale e religioso che ci sta dietro. Business is business.

 I tre principali simboli Sak Yant

  1. Gao Yord, i nove picchi. Anche questo è uno dei simboli più tatuati in assoluto sempre nel mondo della protezione. Il simbolo rappresenta i nove picchi della montagna sacra e i Buddha, ognuno dei quali con un significato ben preciso, in sintesi:
  • Aumento della propria fama e popolarità.
  • Protezione dagli incidenti e dalle situazioni dolorose in generale.
  • Aumento delle capacità di neutralizzare i propri nemici.
  • Miglioramento della capacità di influenzare le persone.
  • Incremento dell’invincibilità spirituale.
  • Aumento dell’attrattività verso il sesso opposto.
  • Crescita della fortuna e della prosperità economica e familiare.
  • Miglioramento della condizione del proprio lavoro.

2. Paed Tidt. Le otto direzioni. Questo tatuaggio dalle forme geometriche contiene gli otto mantra sacri e nel disegno viene raffigurato l’ottuplice pensiero indicato dal Buddha. La sua particolarità sta nel fatto che è in grado di proteggere in ogni condizione e da qualunque direzione provengano pericoli o insidie.

3. Haw Taew le cinque linee.

Questo è il simbolo più diffuso e conosciuto, ideale per chiunque abbia la necessità di una protezione spirituale. Ognuna delle cinque linee ha una funzione specifica.

  • La prima protegge la casa e allontana gli spiriti malvagi. Si crede addirittura che elimini le punizioni che ci hanno inflitto ingiustamente.
  • La seconda linea serve come porta fortuna, allontanando la cattiva sorte e la negatività delle nostre stelle.
  • La terza protegge dal malocchio facendo scudo contro la magia nera. Ogni tentativo di attacco verrà neutralizzato preservando da chiunque voglia il male della persona.
  • La quarta ci aiuta ad avere successo, prosperità e fortuna nel nostro futuro. Serve per allontanare ansie e preoccupazioni dal nostro quotidiano, e porta serenità nell’avvenire.
  • La quinta linea invece si sposta sulla attrattività. Con questa si diventa più sicuri esercitando il proprio fascino sul sesso opposto. Porta prosperità alla propria stirpe, e benessere che emerge dall’ amore e dalla sicurezza affettiva che si riceverà.

LETTURE CONSIGLIATE

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Meglio spendere qualche euro in formazione piuttosto che tatuarti addosso simboli sbagliati. Il laser per la rimozione costa molto di più e fa più male 😉